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Cinestesie -Rusty il selvaggio- 15 febbraio

20090215_rusty_thumb.jpgOklahoma, anni '60 il sedicenne Rusty vive col padre, avvocato fallito e alcolizzato e sogna di diventare come il fratello maggiore, leader del quartiere, eroe solitario a cavallo della sua moto. Seguito ideale di “I ragazzi della 56ª strada” e anch'esso tratto dal romanzo di Susan Eloise Hinton. Il cuore dell'azione è nel rapporto tra i due fratelli e, a far da contrappunto, nel loro rapporto col padre e nell'assenza della madre, fuggita dieci anni prima.
Coppola ha citato Ejzenštejn e il cinema espressionista tedesco, ma il suo film rimanda soprattutto a Welles, per l'uso del grandangolo, del panfocus, delle carrellate avvolgenti, per quel barocchismo sfrenato e visionario che colloca Welles nella linea espressionistica della storia del cinema. Splendida fotografia in bianco e nero di Stephen H. Burum. Il titolo originale si riferisce ai “pesci tuono”: quei pesci siamesi che attaccano i loro simili e che, come dice il fratello di Rusty, “non combatterebbero se fossero nel fiume, se avessero più spazio”.

 

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{tab=La Rassegna}
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