Rassegna: Evoluzione e rivoluzioni; conflitti sociali e politici del mondo moderno
Proiezione: “ Vogliamo anche le rose “
Regia : Alina Marazzi - Italia (2007) - 85'
Info: documentaria (chiocciola) fusolab.net
Anita, Teresa e Valentina non si sono mai incontrate. Hanno vissuto nell’Italia degli anni sessanta e settanta, in età diverse e in città lontane. Le loro storie vere, riportate in diari privati sono testimonianza dell'evoluzione del costume femminile attraverso lotte famigliari e politiche, personali e collettive, per affermare autonomia identità e diritti in un Paese patriarcale.
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Il film inizia con una telefonata dalla signora Pina, che chiama la società
Italpetrolcemetermotessilfarmometalchimica, in cui Fantozzi "presta tragicamente
servizio", poiché ha perso le tracce del marito da ben diciotto giorni. Si
scoprirà, a seguito di ricerche non certo scrupolose, che egli era stato murato
vivo negli ex gabinetti dell'azienda...Il contenuto comico, composto di satira,
che ha come oggetto preferito i nostrani vizi (favoritismi, menefreghismo,
ruffianeria e poltronaggine), di surrealismo, che amplifica a dovere le
situazioni, e di puro slapstick, che trova solido appoggio sulla grande mimica
di Villaggio, è esplosivo. Una maschera universale, in cui è impossibile non
identificarsi almeno in parte, e che suscita una naturale tenerezza grazie alla
sua intrinseca vena tragicomica, elemento tipico e vincente della classica
commedia all'italiana
“Le cose che possiedi, alla fine ti possiedono!” questo è il tema dominante di
Fight club. Il film presenta una società dove il comfort è l’unità di misura di
un uomo che è schiavo dei beni materiali. Il fight club non è come la boxe, dove
si perde o si vince. I membri del fight club combattono una “guerra spirituale”
che ha uno scopo “rivoluzionario”: la riscoperta della forza vitale umana,
annichilita dai Diktate della società contemporanea. Il fight club non è neanche
un’elite di “prescelti”: “Tu non sei speciale! Tu sei solo la canticchiante e
danzante merda dell’universo” continua a ripetere Durden ai suoi “discepoli”.
Nonostante il fight club possa sembrare un’attività violenta, non lo è.
Rassegna: Evoluzione e rivoluzioni; conflitti sociali e politici del mondo
moderno
Proiezione: “ 68 l’utopia della realtà “
Regia : F.Vincentini
Orgnani - Italia (2006) - 90'
Info: documentaria (chiocciola) fusolab.net
Un punto di rottura con il passato, le radici di molte discussioni ancora aperte. Partendo dall’America e dalla beat generation, il racconto delle pulsioni, dei sogni di libertà e di emancipazione, delle trasformazioni socio culturali innescate dalle lotte studentesche ed operaie, di una stagione destinata ad incidere in maniera profonda nella politica, nel costume e nella società del bel paese .
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Venuto in possesso di strani occhiali neri, un operaio disoccupato di Los
Angeles scopre che molti esseri umani sono, in realtà, extraterrestri che
cercano di condizionare l'umanità con messaggi subliminali. Aiutato da un
compagno nero, affronta gli invasori. Ritornato al basso costo, Carpenter fa il
suo film fantastico più scopertamente politico, impregnato di succhi libertari.
Contrariamente ai film di SF degli anni '50, gli alieni non sono più comunisti,
ma yuppies reaganiani, liberali e affaristi. E la
riscossa viene dalla classe operaia.
_Zabriskie point_ (Michelangelo Antonioni, 1970, 110', USA)
Nella cosiddetta Valle della Morte s'incrociano i destini di due ragazzi, quello di Mark, giovane in fuga con un aereo rubato dopo una rivolta studentesca a L.A., e quello di Daria, segretaria di un appaltatore che sta raggiungendo a Phoenix a bordo della sua auto...
Fuga, scelta individuale, amore, consumismo e morte. I temi cari ad Antonioni sono tutti miscelati con perfetto dosaggio in Zabriskie point, manifesto di un'utopica sconfitta della società dei consumi.
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"La satira è un'espressione liberatoria nata in conseguenza di
pressioni, di dolore, di prevaricazione. E' un rifiuto di certe
regole. Se tu attraverso la satira non fai capire il significato
opposto delle banalità, dell'ovvio, dell'ipocrisia, della violenza che
ogni potere esprime sui minori, ebbene , il tuo ridere è vuoto. E'
solo lo sghignazzo ventrale e non quello dello stomaco e dei polmoni"
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Napule è nu sole amaro, Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa", tranne Raffaele Del Giudice, un educatore ambientale resistente, che proprio non ci sta a guardare i rifiuti divorare la sua terra e le polveri di amianto saturare il suo cielo. A venticinque chilometri da Napoli, nei comuni di Giuliano, Qualiano, Acerra e Villaricca, il gregge pascola prima di essere abbattuto e gli agnelli, uccisi dalla diossina, si decompongono come fiori sui prati. L'eco-mafia, che produce più morti di una qualsiasi altra attività criminale, non è un espediente narrativo e Raffaele Del Giudice non è un attore.
Biùtifil cauntri, il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero, è materiale più reale del reale, è un grande storia di impegno civile sostenuta da una poetica originale, che serve a raccontare un territorio umano e geografico lasciato a se stesso.
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Rob Gordon, proprietario a Chicago del Championship Vinyl, anomalo negozio di
dischi pop, è scaricato dall'amata Laura. L'abbandono lo porta a un bilancio dei
suoi fallimenti sentimentali, e a crescere. Dal romanzo (1995) di Nick Hornby,
ambientato a Londra Nord, raccontato in 1° persona, sceneggiato in quattro tra
cui J. Cusack, anche coproduttore. Strutturata su monologhi spiritosi e un po'
autolesionistici, detti dal protagonista guardando in macchina, l'aguzza e
garbata commedia si sviluppa a 2 livelli: il negozio con i due maniacali
amici-commessi (il calvo Louiso e il frenetico Black) e la sfilata, in flashback
o al presente, delle Top Five, le cinque fanciulle che, secondo lui, gli hanno
spezzato il cuore. Il film appartiene forse a Cusack, a Hornby e agli
sceneggiatori più che a Frears che, però, contribuisce con la direzione degli
attori, l'intelligenza dei tempi narrativi, l'attenzione ai particolari. Breve
comparsa di Bruce Springsteen e cammeo di T. Robbins capellone. Musiche di
Howard Shore e frammenti di 59 canzoni
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