PPP_ melopèa alessandrina - Domenica 21 Aprile

PPP_ melopèa alessandrina

(profezie poetiche periferiche in quattro tempi)

 

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata  fuori dalla ragione.

 Pier Paolo Pasolini

 

PPP_ melopèa alessandrina è un ciclo di incontri, dibattiti e interventi artistici mossi intorno alla figura di Pier Paolo Pasolini, con caduta mensile da febbraio a maggio 2013, a cura di Clinica Mammut (Alessandra Di Lernia e Salvo Lombardo).

Questa melopèa si canta in quattro tempi, per ognuno dei quali è invitato un artista italiano che opera nell’ambito del teatro e della perfomance. Gli appuntamenti in programma sono accompagnati da proiezioni video, mostre fotografiche e azioni parallele ad opera di operatori o intellettuali.

Gli artisti sono invitati a concepire un intervento performativo intorno a Pier Paolo Pasolini, vuoi per punti di aderenza, per un laccio con la propria poetica o con le tematiche che ispirano il proprio lavoro, vuoi per un ritorno sulla produzione culturale dello straordinario intellettuale italiano. In particolare l’attenzione è rivolta a Pasolini poeta, in senso ampio, dato che la produzione drammaturgica, cinematografica e narrativa di Pier Paolo tracima del suo afflato poetico in altri linguaggi, in un’osmosi di forme.

Le domeniche di Fusolab 2.0 dedicate a PPP_ melopèa alessandrina si apriranno dal pomeriggio con approfondimenti, in forma di lectiones, o di dialoghi, o con ulteriori riflessioni artistiche.

 

h. 18.30- Pasolini, una cartografia poetica

Intervento di Francesco Galluzzi, storico dell'arte e Simona Caleo, fotografa
La poesia di Pasolini si è configurata anche come una sorta di cartografia di un'altra Roma, guida alla rivelazione delle marginalità che scavavano interstizi nella capitale della dolce vita e del boom. Ne risulta una scrittura fortemente icastica e iconica, che porta in sé una densa componente visuale, quella che lo spingerà poi verso il cinema. Ma è anche fortemente influenzata da alcuni pittori del suo tempo, impegnati a loro volta a raccontare una Roma estranea all'insorgere del miracolo economico. Si tratta quindi di mettere a fuoco questo rapporto tra parola e immagine che per la sua peculiarità rende Pasolini un personaggio emblematico per la letteratura italiana, al di là dei caratteri polemici e sociologici che connotavano il suo personaggio pubblico.
Dalla parola all'immagine si muove la ricerca fotografica di Simona Caleo, nel tentativo di rendere visibili alcuni punti di Roma attraversati e fissati dai versi di Pasolini.

Francesco Galluzzi, storico dell'arte, ha pubblicato Pasolini e la pittura (1994), Roba di cui sono fatti i sogni. Arte e scrittura nella modernità (2004), Il barocco (2005), Le avventure delle immagini. Percorsi tra arte e cinema in Italia (2009). Nel 2007 ha curato la mostra Il cinema dei pittori. Le arti e il cinema italiano 1940-1980, Castello Pasquini, Castiglioncello (LI).
Insegna estetica e storia del cinema all'Accademia BB AA di Carrara.
Simona Caleo, fotografa e giornalista, ha lavorato con il Gruppo Espresso, il Gruppo Epolis e come fotografa freelance ha pubblicato sulle maggiori testate italiane. Ha collaborato con il collettivo Stalker On al progetto Plans&Slums - Il diritto dei Rom ad abitare attraverso l'Europa. Un caso di studio tra Roma e Belgrado (esposto al Festival Fotografia di Roma e alla Triennale di Milano nel 2009) e al progetto Savorengo Ker – La casa di tutti (esposto alla Biennale di Architettura del 2009). Ha collaborato con l'Unicef e il WFP, per cui ha seguito l'assistenza fornita alla popolazione palestinese. Con il Centro di documentazione sui conflitti ambientali ha realizzato nel 2007 la mostra I contadini di Singur, sulla resistenza all'esproprio dei terreni degli abitanti del paese nei pressi di Calcutta. Al reportage alterna la fotografia di scena per il teatro e la documentazione di mostre e collezioni d'arte.

h. 20.30 PEPE (teatro) di e con Laura Riccioli

Non sento mai la parola "fuga"
Senza un colpo al cuore.
Un'improvvisa attesa
Un impulso al volo.
Non sento di prigioni smisurate
Abbattute da soldati, senza scuotere
Le sbarre della mia
-come un bambino-
Per fallire una volta ancora.
(Emily Dickinson)


Questo spettacolo è il risultato di cinque anni di insegnamento di teatro e pittura al carcere di Civitavecchia. E' lì che le due donne, che questo monologo racconta, si incontrano. Una è una detenuta. L'altra è un'insegnante di pittura e teatro. Il pretesto di quest'incontro è l'arte. Il mezzo è il dialogo. Dialogo col carcere, con se stesse, con il fuori, l'una con l'altra, partendo da dentro. Questo dialogo qui, in teatro, si farà monologo. Il monologo di Espedita, la detenuta, durante una delle sue lezioni di pittura. La detenuta e la professoressa, al di là del gioco dei ruoli e nonostante la grande e forse insormontabile differenza della loro storia di vita, scopriranno di potersi insegnare molto e di avere molte cose in comune: l'amore per una vita che scorre senza sapervi intervenire, la sensazione che qualcuno o qualcosa stia negando la loro vitalità, sensazione a cui l'unica risposta possibile, al momento, è fare arte e attraverso di essa relazionarsi all'altro. Il carcere qui è presente nelle risposte che non dà, nelle contraddizioni che crea alle due donne, nella straordinarietà delle condizioni che le fanno incontrare. Ma quel che più preme a questo racconto è lo spessore umano del confronto tra queste due persone e degli interrogativi che si pongono reciprocamente. Interrogativi che sono l'unico strumento che rimane alla loro insopprimibile esigenza di felicità che, per entrambe, coincide con un' esigenza profonda di capire che cosa sia per noi la libertà.
Laura Riccioli si diploma nel 1995 presso il Centro Internazionale per la Formazione dell'attore La Cometa di Roma. Come attrice ha collaborato a lungo con le compagnie Triangolo Scaleno di Roberta Nicolai, Teatropersona di Civitavecchia e Isolateatro e Psicopompo di Roma. Parallelamente all'interpretazione si dedica alla drammaturgia in diversi spettacoli (Cerchio di folli signore, Senza Lear).Nel 2007 partecipa al progetto "Rosso, l'Italia al Festival di Avignone" della compagnia SangueGiusto, di cui diviene socia, presentandosi con un suo testo pubblicato dalla casa editrice Bibliopolis, con il titolo "Maria di Magdala, la magnificente". Dal luglio 2012 frequenta il Laboratorio di drammaturgia "Crisi" del Teatro Valle occupato, diretto da Fausto Paravidino. Come insegnante dirige laboratori di teatro e pittura in scuole pubbliche,biblioteche,ospedali. Dal 2008 li dirige presso la Casa Circondariale e la Casa di Reclusione di Civitavecchia realizzando spettacoli scritti e interpretati dai detenuti.

h. 21.45 - La ballata della città (estratto video da uno spettacolo realizzato dai detenuti del carcere di Civitavecchia con l'associazione Sanguegiusto) di Ludovica Andò e Laura Riccioli

20130224 teatrointerno

Informazioni aggiuntive

  • Data evento: 2013-04-21
  • Ora inizio: 18.30
  • In collaborazione con : Clinica Mammut
  • Entrata a: Sottoscrizione 5€
Letto 5905 volte